La collina della croce strappata

Secondo le testimonianze raccolte, la croce di ferro era stata fissata nel 1995, anno della creazione della parrocchia. Si tratta della stessa dove è stato rapito P. Pierluigi Maccalli il mese di settembre del 2018. Portare via lui è stato anche divellere la croce dal territorio di Bomoanga, sperduto nella savana di confine, a metà del nulla. Sulla collina andavano in pellegrinaggio soprattutto per domandare la pioggia nei duri tempi della siccità di stagione. Pioveva a dirotto ogni volta, prima ancora che la preghiera finisse. Anche i musulmani del paesino invitavano i cristiani, vista l’efficacia ‘empirica’ della preghiera, ad andare sulla collina della croce a un paio di miglia dal villaggio. La croce, alta e in ferro, si vedeva dal villaggio, fino a due settimane fa.

L’altro venerdì sono saliti attrezzati sulla collina e hanno divelto la croce, solidamente avvitata al cemento tramite bulloni a prova di ruggine. Hanno strappato la croce dal suo posto e l’hanno poi deposta su una pietra non lontano. Adesso la croce non si vede più, proprio come lui,  Pierluigi. Tolta e strappata dal suo suolo adottivo nel frattempo benedetto dal dolore e dall’incomprensione della gente del posto. Si presume siano stati coloro che la stampa e la gente chiama i ‘jihadisti’, armati e a volte incappucciati che traversano e terrorizzano i cristiani e la  gente dei villaggi della regione. All’inzio del mese, loro o altri affiliati, hanno reso visita al capo villaggio ricordando i comandamenti guida della loro strategia.

Evitare di denunciarli alle forze governative, non tagliare alberi, evitare l’alcol e soprattutto rifiutare tutto ciò che non sia l’Islam. Questi sono i precetti che li accompagnano e che, grazie alle armi e all’abbandono delle Forze di Difesa e di Sicurezza, mantengono in uno stato cosrtante di paura i contadini del posto e in particolare i cristiani. Questi ultimi, ormai da tempo, non si riuniscono più nella chiesa che Pierluigi aveva concepito e poi realizzato per loro e con loro. La paura li spinge a pregare nelle case e le porte della chiesa sono chiuse. La croce strappata è allora il simbolo di quanto si cerca di strappare ad ogni costo dal cuore della gente: la fede vissuta nel vangelo che libera. I contadini sono pazienti e sanno bene che la croce è scritta sulla terra e nessuno potrà più portarla via.

                                                                                                      Mauro Armanino, Niamey, 28 maggio 2020